giovedì 1 settembre 2011

Mattia Battistini (Roma, 27 febbraio 1856 – Collebaccaro, 8 novembre 1928)

                                        "Re dei baritoni e baritono dei re"


Una voce d'oro della lirica dell'Ottocento è stata quella di Mattia Battistini, grande baritono dalla voce morbida e fluida, dal timbro quasi tenorile, d'una bellezza unica che sorprendeva per le sue finissime sfumature, per i famosi legati, per gli abbellimenti realizzati con chiarezza ed eleganza, per le note acute chiare e squillanti dello stesso colore del registro basso.
Questo baritono, dotato di eccezionali corde vocali, conosceva tutti i segreti per modularle: accentava, fraseggiava e impostava le note con maestria sorprendente.
Per cantare con dolcezza e soavità si serviva d'una deliziosa mezza voce, definita di velluto, che, però, era particolarmente estesa da arrivare sino al la sopra le righe del pentagramma. Sapeva accompagnare il canto con l'azione, dimostrando d'essere anche un ottimo attore; possedeva un'insuperabile tecnica derivante da uno studio quotidiano che eseguì sino alla fine della sua lunga carriera, durata cinquant'anni.
Era un interprete che scendeva veramente nel cuore dei diversi personaggi interpretati sulla scena e sapeva rappresentarli sia psicologicamente sia nel loro aspetto fisico, studiandone a fondo l'incedere e l'abbigliamento, tanto da essere definito arbiter elegantiarum.
Per queste sue molteplici doti, Mattia fu un cantante unico, finora irrepetibile, che si esibì nei più grandi teatri d'Europa e dell'America Latina, suscitando entusiasmi, deliri, passioni negli spettatori italiani e stranieri d'ogni età e ceto sociale, riscuotendo apprezzamenti di critici d'ogni paese per cui i giornali riempirono innumerevoli pagine di cronaca dei suoi spettacoli.
Pochi artisti sono stati, come lui, insignititi, da imperatori e sovrani, delle più alte onorificenze per la sua arte sublime che esprimeva in un repertorio vastissimo, comprendente circa cento opere liriche dei più famosi musicisti italiani e stranieri, con alcuni dei quali ebbe la fortuna di lavorare insieme.
(Elsa Boscardini)






Hamlet di Thomas, 1911
  
Iniziò gli studi di canto in giovanissima età sotto la guida di Venceslao Persichini (maestro anche di Titta Ruffo e Giuseppe de Luca) giungendo al debutto ne La Favorita di Gaetano Donizetti al Teatro Argentina di Roma già nel 1878. Prese così avvio una luminosa carriera che lo portò a cantare nei principali teatri italiani come primo baritono in numerose opere di repertorio, tra cui La forza del destino, Rigoletto, Il trovatore, Gli Ugonotti, I puritani, Lucia di Lammermoor
Nel 1881 si aprirono per Battistini le porte dei teatri internazionali: dapprima in Sud America (Buenos Aires e Rio de Janeiro), nel biennio '82/'83 in Spagna (Madrid e Barcellona), dal 1883 a Londra dove raccolse grandi consensi in Traviata e Trovatore, e poi Vienna, Parigi e Budapest. Nel 1888 fu ancora a Buenos Aires per una serie di impegni, ma per una specie di fobia dei viaggi in mare non si recò mai più oltreoceano.
A partire dal 1892 fu ospite ed incontrastato mattatore della produzione operistica russa per ben 23 stagioni consecutive (fino al 1916); divenne, infatti, il cantante favorito dello zar e dell'aristocrazia russa, condizione che gli valse il mitico titolo di "Re dei baritoni e baritono dei re". Nel 1902 andò in scena a San Pietroburgo nel Werther di Jules Massenet nel ruolo del protagonista, originariamente scritto per tenore, adattato appositamente per lui al registro di baritono dal compositore francese, tale era il prestigio del cantante italiano.
Durò in carriera fino a 70 anni (1927) grazie ad una tecnica considerata prodigiosa e ad una invidiabile intelligenza artistica. Erede indiscusso della vocalità "dolce" di Antonio Tamburini, Battistini era uso smorzare gli impeti vocali derivati da Ronconi ed evidentissimi in Titta Ruffo, in una soave eleganza fatta di sussurrate proporzioni. Valgono ancor oggi, a testimonianza di quel gusto, i dischi di arie d'opera e romanze da salotto in cui il timbro chiaro e luminoso (alle nostre orecchie quasi tenorile) di Battistini viene supportato da fiati ampi e vezzi chiaroscurali tipici di un canto elegante e manierato ormai scomparso.

fonte da http://it.wikipedia.org/wiki/Mattia_Battistini



Discografia

Molti conoscono già la figura leggendaria di Mattia Battistini, altri potranno scoprirla ascoltando la sua voce portentosa attraverso i numerosi (per quell'epoca) dischi che il baritono, consapevole della sua arte, incise dal 1902 al 1925, per lasciare ai giovani un insegnamento. In essi c'è tutta la sua scuola per questo molte case discografiche, inglesi, francesi, italiane ed americane li hanno riprodotti, usando tecniche di registrazione più moderne.
Questa preziosa antologia musicale, comprendente le più belle romanze da opere e varie melodie antiche, costituisce un documento importante per chi studia la lirica e testimonia la perfezione del bel canto di Battistini che ha segnato nella storia della musica un'epoca gloriosa.


  • The Complete Recordings: Mattia Battistini, Volume 1 (1902 - 1911) - Romophone (UK).
  • Mattia Battistini: a recital of arias by Mozart, Flotow, Donizetti, Gounod, Verdi, Ambroise Thomas, Preiser - Lebendige Vergangenheit (Austria).
  • Mattia Battistini: Il Re dei Baritoni, Preiser - L.V. Austria
  • Mattia Battistini, Volumes 1-3 - Pearl (UK).
  • Mattia Battistini Rarities, Volumes 1-2 - Symposium (UK).









  


















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